Rieccoci qui. Dopo la visita al Museo del Bargello, la gita prosegue in piazza della Signoria attraverso le orde barbariche di turisti e un vento poderoso che spazza via i nuvoloni, ma che ha il difetto di sollevare anche tutte le schifezze che suddetti turisti hanno lasciato in Piazza della Signoria.
Cerco rifugio a Palazzo Vecchio, sperando che aderisca anch’esso alla gratuità della settimana della cultura…ma così non è, e, avendo i tempi stretti, mi limito a rimirarne il cortile interno…
Tra grottesche e colonne decorate si trova una piccola statuetta del Verrocchio …
Mi rifugio quindi sotto la loggia dell’Orcagna, dove rimiro ben bene le varie opere…tra cui Patroclo e Menelao, il Perseo, il ratto della Sabina.
Da qui traggo spunto per una piccola curiosità fiorentina: sotto la Loggia dei lanzi, sul lato destro, si trova la seguente iscrizione che spiega la tradizione del Capodanno fiorentino:
si tratta di una antica festività che era riconducibile alle idi di marzo, quindi il 15 marzo e poi ricondotta al al 25 marzo di ogni anno, data dell’Annunciazione.
Bene, l’ora dell’appuntamento è giunta, e unitami al gruppo mi dirigo verso l’ingresso secondario degli Uffizi per una visita che attendo con ansia: il Corridoio Vasariano. Sbuchiamo nell’area degli Uffizi dove sono esposte le opere sel Seicento e ci dirigiamo all’ingresso del Corridoio Vasariano dove una guida davvero molto preparata e coinvolgente ci fa una cappella introduttiva su ciò che lo scoppio della bomba in via dei Georgofili il 27 marzo 1993 ha provocato: danni e vittime.
Da qui la spiegazione su come il Corridoio è organizzato; si parte da una cronistoria del corridoio stesso, con aneddoti su Cosimo I de’ Medici e matrimoni combinati e tutto il resto, tanto per dare un’idea di come i giochi di potere fossero davvero all’ordine del giorno.
Ci vengono poi illustrate le prime opere esposte, dalla pittura della Riforma a tutto ciò che ne segue.
Natura morte e paesaggi per la prima volta separati dalle raffigurazioni sacre, che in quanto edificanti, debbono essere i principali soggetti e occupare tutta l’immagine, ecc. ecc…
Si arriva poi alla zona dedicata agli autoritratti, sono davvero tanti: da quello del Vasari, in onore dell’architetto che progettò in detto corridoio a quello presunto di Leonardo (che poi non è affatto autentico, in quanto al di sotto di esso vi è un ritratto di una Maddalena del ‘600…) fino ad arrivare a Gauguin…attraverso i pittori fiorentini, veneti, bolognesi, ecc…Rosalba Carriera ( e i suoi ritratti-da marito), Gentileschi, fino ai Preraffaelliti, Morandi, Balla, ecc. ecc.
Il tutto sopra Firenze.
Perché ciò che è davvero speciale in questa visita, non sono solo le opere, notevoli per avere un quadro completo e particolareggiato della Storia dell’Arte, ma soprattutto il lugo dove queste sono collocate.
Ci si rende conto di avere da qui uno sguardo davvero privilegiato su Firenze e di attraversarne i punti più salienti rimanendone al di sopra.
Davvero i Medici potevano vedere e ascoltare ciò che il brulichio della città offriva dietro quegli “occhi” indiscreti del Corridoio.
Inutile ricordare in questa sede l’importanza che tale passaggio ha avuto nel corso della storia…sia per i Medici che per i partigiani della Seconda Guerra…che potevano attraversare Firenze e fuggire liberamente sui colli.
Tornando però all’epoca medicea, attraversando il Corridoio si passa, com’è noto, su Ponte Vecchio, che all’epoca era sede di beccai e pellicciai che inquinavano acqua e aria di odori e colori sgradevoli…così la famiglia Medici fece spostare questi bottegai e fu dunque da quel momento che gli orafi più celebri al mondo si insediarono lì dove sono tutt’ora.
Per quanto riguarda il suo ruolo di protezione, il Corridoio dà accesso separato alla Chiesa nella quale la famiglia de’ Medici assisteva alla Messa, dato che dopo la congiura de’ Pazzi recarsi in chiesa si era rivelato pericoloso.
In questo suo percorso però il corridoio non mantiene sempre la stessa larghezza, ma si stringe parecchio in un punto, pù esattamente nel punto in cui esso circonda la Torre dei Mannelli…anche qui la storia si deve interrompere per introdurre l’ennesima digressione;
“La torre è famosa per il contenzioso tra la famiglia e Cosimo I, quando venne deliberata la costruzione del Corridoio Vasariano, che avrebbe previsto l’abbattimento della torre. La famiglia riuscì a opporsi fermamente e Giorgio Vasari dovette modificare il suo progetto facendo passare il corridoio attorno alla torre, attraverso un sistema di grossi beccatelli in pietra serena che ancora oggi si possono vedere.” (da Wikipedia)
Infine, dopo aver ammirato una Firenze mai vista e tante opere d’arte, la visita si conclude con l’uscita nei giardini di Boboli di Palazzo Pitti a fianco della Grotta del Buontalenti.
A questo punto il temp stringe; il sole è ancora alto, ma la chiusura dei giardini si avvicina. Così mi dirigo in tutta fretta (con scarpe sbagliate purtoppo) su è giù per i giardini per rimirare scorci e altre meraviglie.
Oltre alla meravigliosa vista, si accede all’anfiteatro sul retro di Palazzo Pitti che racchiude l’obelisco egizio..
Tra i fasti di questo giardino…fontane siepi, corridoi verdi, fiori…
Così temina questa giornata all’insegna dell’arte.
Con un po’ di stanchezza, ma con tanta soddisfazione.